Si può dire che tra le civiltà più antiche che iniziarono a occuparsi di astronomia, sicuramente i Babilonesi furono tra i primi (2700 a.C.). Questo popolo dimostrò di possedere eccezionali competenze astronomiche, le quali competenze influenzarono successivamente gli egizi e i popoli indiani. Lo studio degli astri aveva sia lo scopo di creare un calendario a cui fare riferimento ma anche un significato astrologico. I movimenti e le posizioni degli astri e i vari fenomeni come ad esempio le eclissi venivano interpretati con differenti significati.
Gli egizi ad esempio offrono un particolare riscontro nella costruzione delle piramidi e altri monumenti allineati secondo la posizione delle stelle, e il loro punto di forza è il calendario.
I cinesi osservarono il passaggio di comete o l'esplosione di una supernova. Crearono anche un calendario ma non con la stessa precisione degli altri popoli elencati sopra.
L'astronomia greca invece, fu quella che iniziò una piccola rivoluzione dal punto di vista dell'osservazione in quanto iniziarono a cercare di dare una misura alle distanze e alla grandezza degli astri e teorizza una possibile meccanica dei moti dei corpi celesti. Venne introdotta inoltre una visione non geocentrica dell'universo grazie a Filolao (470 a.C. - 390 a.C.) della scuola Pitagorica. Intorno al II secolo a.C Ipparco di Nicea, un astronomo greco, invento l'astrolabio.
Rilievo della tavoletta di Shamash, da Wikipedia |
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